La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
aliàvano a nembi, la gola zeppa di gioja, per il denso fogliame, e dei rivoletti, che gorgogliando lucicàvano in giù. Sana, ella sentìa la sanità
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gioja. E camminava nel sole, ma il sole parèa che più prendesse da lei, che non le desse, splendore. Mario si sentì abbagliato. Vergognò di sè stesso
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Tu mi ami? - egli fece con uno scoppio di gioja, balzando ver' la fanciulla, che già al suolo piegava, e rialzàndosela al petto. E le due ànime
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lazzi èran sollievo alla morale afa. Dall'ira non si figlia la gioja. Nascèano e spegnèvansi insieme, scintille senza pastura. E quelli stessi, dalle cui
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Gualdo, e un'ansia di gioja lo strinse. Egli, il violatore delle leggi degli uòmini, non poteva a quelle sottrarsi della universale Natura. Dio, il
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pregiudizio; tanto che Aronne fu astretto a rialzare la testa e a dire: - Ebbene ... sia! ... Pace con tutti. - Gualdo balzò dalla gioja: - Giuriàmolo
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? - Giuliana la Maga e Ortensia l'Arciduchessa soffiàrono offese. - Ebbene - egli fece, con quella gioja tutt'astio che è l'irrisione - fate conto, o bambine